Sconfini



Corre il fiume.
Scappa con la sua acqua grassa di piogge, senza far caso a nulla e a nessuno.
Nè al salice che si inchina al suo passaggio.
Nè a me che sono nato sulle sue sponde.
Passa e basta, il fiume.
Senza mai fermarsi va per la sua strada,
nell'impeto di arrivare là dove è sempre arrivato.
Viene da pensare che non ha radici.
E che non ha ricordi, pressato com'è dall'acqua che sempre lo sospinge.
Io, che ho radici su questa terra tra fiume e collina, lo ricordo da sempre.
Per tutta la vita l'ho visto scorrere al mio fianco, giorno dopo giorno.
E anch'io, come il mio fiume, ho spesso inseguito la mia strada.
Mi sono fatto sospingere verso il domani.
Ho valicato confini.
Cercato risposte oltre le frontiere che conoscevo.
Oltre i fiumi, le montagne, le città.
Oltre gli incontri.
Nel viaggio sono cambiato, e ancora cerco di guardare avanti,
di non fermarmi.
Eppure qui, davanti al mio fiume, ripenso al ragazzino che ero.
Ritorno a tutte quelle giornate passate sul terrazzo di casa, al freddo,
a costruire i miei sogni alla luce della luna.
Sono queste le mie radici, un inizio che s'espande all'infinito,
che sconfina aldilà delle parole.
Perchè, come il fiume, le radici fanno parte della memoria e
dell'essenza del mio essere.


Articolo tratto da: UnoMontura - Confini