Bouldering




Cos’è:
Il bouldering, o sassismo, è un' attività di arrampicata praticata su massi sviluppatasi intorno agli anni settanta.
Il nome deriva dall'inglese boulder, ovvero un masso che può avere differenti dimensioni e che offre delle pareti arrampicabili.
Questo sport consiste nell'arrampicare massi, alti fino ad un massimo di ca. 5-6 metri, e risolvere particolari sequenze di movimenti concatenati e dinamici, in genere 8 o 10, ma estremamente difficoltosi e intensi.

Storia:
Verso la fine del XIX secolo, si sviluppa in Europa la pratica del bouldering, attività che per molti anni fu considerata come una sorta di allenamento per alpinisti.
Negli anni '30 e '40, il francese Pierre Allain cominciò a praticare il bouldering a Fontainebleau, come sport fine a sé stesso.
Negli anni '50, il primo rocciatore che ne fece la sua primaria attività fu l’americano John Gill, uno sportivo che applicò i principi della ginnastica alle scalate su roccia.
A partire dagli anni '70 questa attività divenne un'attività matura e fortemente praticata, contribuendo a creare e risolvere problemi di notevole livello e contribuendo a spingere in avanti la scala di difficoltà.
Oggi il bouldering è una disciplina specifica dell'arrampicata sportiva e sono molte le manifestazioni che prevedono gare sia indoor che all'aperto.

Tecnica:
La tecnica utilizzata è sostanzialmente la stessa dell'arrampicata sportiva.
Lo stile di arrampicata è basato su piccole sequenze di mosse dinamiche e di forza, mentre l'arrampicata tradizionale è basata su lunghezze maggiori e dunque più sulla resistenza. Le brevissime vie sui massi vengono generalmente definite come "problemi".



Sicurezza:
La differenza con l'arrampicata classica consiste nel fatto che, mancando una assicurazione, si utilizzano materassi per attutire le cadute (crash-pad). Questi, possono essere costruiti con materiali differenti e possono avere diverse misure. I più comuni sono in gommapiuma rigida e hanno uno spessore che va dagli 8 ai 10 centimetri e, quando aperti, coprono uno spazio di caduta di circa
1 metro per 1 metro e mezzo. Solitamente sono presenti uno strato più rigido e sottile, orientato verso l'alto, il cui compito è distribuire l'energia dell'impatto su una superficie più ampia possibile, ed uno strato relativamente morbido il cui compito è quello di dissipare le forze trasmesse dal primo strato. Sono spesso muniti di cinghie a tracolla in modo da poter essere trasportati a mo' di zaino.
Esso viene posizionato al di sotto del blocco che deve venire affrontato dall'atleta, per attutire parzialmente un'eventuale caduta dello stesso.
È fondamentale tener conto del fatto che l'utilizzo di questo strumento, per quanto in molti casi efficace, non è assolutamente sufficiente a garantire la totale sicurezza dei boulderisti. Infatti è fondamentale, accanto all'uso del crash-pad, il ruolo dello spotter, persone appositamente posizionate sotto il blocco, pronte a parare l'eventuale caduta evitando che l'arrampicatore finisca per impattare il terreno fuori dai materassi.

Gradi di difficoltà:
Nel Bouldering si utilizza una scala di difficoltà che utilizza dei gradi specifici, le scale più utilizzate sono la Hueco e la Fontainebleau (quest'ultima utilizzata in Italia):



Regole ed etica:
Nel tentativo di divulgare la disciplina del bouldering nel rispetto dei massi e dei boulderisti, è bene sottolineare alcuni concetti legati a questo bellissimo gioco:

NON SI USANO SPAZZOLE DI FERRO , si usano solo ed unicamente spazzole di plastica, o di altro materiale tenero, per pulire gli appigli e togliere il muschio nelle parti interessate dove si ipotizza il passaggio di una linea di arrampicata. L’uso di spazzole di ferro su appigli può irrimediabilmente danneggiare il grip originario lucidando la superficie della roccia.

NON SI SCAVANO APPIGLI, modificare la roccia a proprio piacimento è un comportamento ipocrita nei confronti della roccia e degli altri boulderisti. Viene considerato “scavato” anche il cosiddetto “miglioramento” degli appigli.
Quello che si vuol far capire, è che secondo una cultura “sassista”, la roccia va rispettata anche qualora non sia “perfetta”. I massi devono essere tenuti integri e solo in casi estremi si può prendere in considerazione di “togliere” pezzi pericolanti, ad esempio quando ci sono schegge di roccia già parzialmente staccate e mobili.

NON SI SEGNANO FRECCE ALLA BASE DEI BLOCCHI, l’individuazione di una linea è parte integrante del bouldering oltre al fatto che è esteticamente migliore vedere un masso senza alcun graffito. Per trovare i blocchi aiutatevi con le topos altrimenti le disegno per niente!

TOGLIERE LA MAGNESITE IN ECCESSO alla fine di una arrampicata è buona norma comportamentale, dove è possibile, dare un paio di colpi di straccio o di spazzola (di plastica) per rimuovere i segni di magnesite in eccesso. Chi arrampica successivamente ha lo stesso diritto di trovare il masso in buone condizioni e senza tutti gli appigli già segnati.


Tutte queste semplici e basilari norme comportamentali non sono rivolte solo ai neofiti, purtroppo spesso si registra un pessimo comportamento da parte di chi arrampica da anni ad un buon livello che, proprio per questo motivo, vengono erroneamente presi in considerazione come persone da imitare soprattutto dai più giovani con una conseguente cattiva educazione culturale.