Ferrata del Venticinquennale

Corno occidentale di Canzo
Provincia di Como

Località di partenza: Gajum (frazione di Canzo)
Altezza meta: 1387m
Difficoltà: EEA - D
Tempo indicativo del percorso (andata): 2h 30' per l'attacco 2h per la ferrata

Clicca sulle foto per ingrandirle
Lasciata la macchina nell'ultimo posteggio di Gajum, una frazione del Comune di Canzo,
io e Cesare, il compagno di questa escursione, ci avviamo lungo la comoda strada accioto-
lata che sale in direzione dei Corni di Canzo. Dato che abbiamo tempo a disposizione, per
raggiungere l'attacco della ferrata, decidiamo di non seguire il percorso più diretto che pas-
sa dalla località di Terz'Alpe, ma di continuare a camminare sulla strada principale. In
questo modo giungeremo inizialmente all'Eremo di San Miro e poi, salendo per l'omoni-
ma bocchetta, su di un ripido sentiero, i particolari Sasso Malascarpa e Sasso Rigato.
Mano a mano che ci si alza di quota, compare alla nostra destra il
Monte Cornizzolo, di fronte, il ripetitore con il Monte Prasanto e a
sinistra la meta della giornata, ovvero il Corno occidentale di Canzo.
Il Sasso Rigato, una particolare parete rocciosa
situata a breve distanza dal Sasso Malascarpa. 
Eccoci all'attacco...
Indossato il casco, l'imbrago e il kit da ferrata, partiamo. Troviamo immediatamente una
parete verticale ma ben appigliata davanti a noi. La progressione risulta essere complicata,
soprattutto nel tratto iniziale e in quello finale della via, a causa delle dimensioni sproposi-
tate della catena di sicurezza, che non permette ai moschettoni di scorrere in modo agevole.
Superata la prima verticale placconata, iniziamo ora un lungo e bel traverso sulla
parete Sud del Corno occidentale, il più alto dei tre di Canzo. Il percorso si svi-
luppa su di una serie di piccole cenge, a volte talmente piccole che per facilitare
l'appoggio dei piedi sono state applicate nella roccia alcune staffe di metallo.
Unicamente in questo secondo tratto della ferrata, oltre alla particolare catena,
è presente anche un cavo inguainato, sicuramente più comodo da utilizzare. La
traversata ha un'esposizione costante e a tratti vi sono dei punti strapiombanti.
L'unica scala che incontriamo sul percorso ci permette di superare senza difficoltà un
risalto roccioso. Al termine, vi è un breve tratto pianeggiante prima delle ultime rocce.
Terminata la via ferrata, un'aerea cresta ci porta verso la cima, non prima però
di aver superato un intaglio roccioso denominato Passo della Vacca. Consiglio
di prestate attenzione in questo punto in quanto risulta essere esposto e sprotetto.
 
Io e Cesare in vetta!
La discesa la effettuiamo attraverso la Cresta Baracca, indicata alla base come per
Escursionisti Esperti. Il percorso è nel primo tratto esposto e sempre sprotetto. Sono
presenti ottimi appigli per le mani e comodi appoggi per i piedi. Prestare sempre at-
tenzione! E' possibile seguire anche un differente percorso di discesa. Dalla vetta si
percorre a ritroso la cresta fatta precedentemente e, in prossimità del Passo della
Vacca si prende il canalone alla nistra destra che in breve porta alla base del Corno.
Nelle foto soprastanti, uno scorcio del Lago di Lecco ed uno
sulla vallata in direzione dei Monti Cornizzolo e Prasanto.
Tolti imbrago, casco e sistemato il kit da ferrata nello zaino, ci incam-
miniamo lungo il sentiero nel bosco che conduce a Terz'Alpe e che
poi, proseguendo per il percorso glaciociologico, termina a Gajum.